Fatalita'

A volte gli incontri sfiorano assurdo, incredulita’, originalita’.
Ebbene si’, questo e’ uno dei piu’ carini che io abbia mai vissuto.
Giornata soleggiata, ma fredda. Occhiali da sole specchiati, sigaretta in bocca... Incolonnata. In trappola come un’alice nella scatola. Nessuna via d’uscita. Un incidente. La polizia fermava tutti e tutto. Volevo uscire e fare qualcosa, ma, anche se da lontano, capii che c’era gia’ troppa gente e sarei stata d’intralcio.
Il rumore ed il fetore dei motori accesi stava per farmi impazzire. Non ci si muoveva di un centimetro...Stremata, accesi l’autoradio facendo partire “With Or Without You” degli U2, canzone che mi rilassa e mi da’ energia allo stesso tempo. Bellissima....

Cominciai a cantare senza nemmeno accorgermi, mentre la voce di Bono mi entrava nelle vene piano piano. Ballavo seduta al posto di guida, lasciandomi andare alle note sublimi che continuavano ad echeggiarmi nella testa.
Con uno sguardo veloce mi accorsi che il conducente della macchina che mi precedeva mi stava guardando dallo specchio retrovisore, sorridendo. Gli sorrisi anch’io e continuai a ballare. I suoi occhi non si spostarono. Lo vidi girarsi sul sedile posteriore e prendere in mano qualcosa di rettangolare. Non mi curai di cosa stesse facendo, ma lo vedevo trafficare con quell’oggetto.
Dopo un attimo lo alzo’ verso di me: era un blocco di fogli con una scritta in pennarello nero: .
- COSA ASCOLTI?
Carino, pensai. Mi occorsero diversi minuti per afferrare la mia ventiquattrore e cercare qualcosa di bianco su cui scrivere la mia risposta, ma infine lo trovai.
U2, gli risposi a caratteri cubitali.
- ALZA IL VOL
E cosi’ feci. Aprii i finestrini e lasciai scorrere in mezzo al traffico il suono sublime delle prime note di “Pride (In The Name Of Love)”. Non so come fecero a non rompersi gli altoparlanti. Il tizio che mi fece l’impianto e’ un fono-genio! Vidi il mio collega di colonna che cominciava a muoversi... Stava ballando! Ballando! Inutile spiegare il mio divertimento...
Le altre automobili cominciarono a muoversi lentamente. Fu un sollievo, ma quasi un dispiacere. Mi piace vedere un uomo lasciarsi andare ad un po’ di sana “follia”, ogni tanto.
Prima di far camminare la sua auto alzo’ nuovamente il cartello verso di me:
- CAFFE’ ?
- OK
E cosi’ finii nel primo bar incrociato per strada.
Quando usci’ dalla macchina finalmente vidi il resto del corpo. Un uomo sulla trentina, carnagione scura, sicuramente del sud, un bel sorriso, ben vestito. Sicuramente intrigante e sexy. Lo capii dal breve brivido che mi percorse la schiena.
Beh, per un caffe’ non e’ male...
Era un fan degli U2. Quando si dice il caso! Una passione in comune, visto il mio amore per loro, oltre che per Joe Cocker, Jimi Hendrix e Vasco. Mi racconto’ dei concerti, delle sue lunghe trasferte e scoprimmo di essere andati allo stesso spettacolo all’estero. E non solo: eravamo sullo stesso aereo. Io in prima classe, per un errore interno, e lui in seconda. Altrimenti mi sarei ricordata quel viso: ho una spiccata memoria visiva e, poi, come non notare un uomo cosi’ seducente...
Lui si trovava in quella citta’ ancora per sei giorni... Decidemmo di scambiarci i numeri telefonici e di rivederci per una cena, freschi e non riscaldati dal torpore delle ore passate in macchina. Mi accompagno’ all’auto, ma qualcosa scatto’. Ci guardammo in silenzio e lui mi sfioro’ dalla testa ai piedi con uno sguardo pieno di parole. Mi sentii il respiro un po’ pesante e accelerato. Sorrise e mi sposto’ con delicatezza la ciocca di capelli che era caduta a disegnarmi la fronte. La sua pelle a contatto con la mia smosse una forte sensazione di desiderio. Faceva parte di quelle persone alle quali basta toccarti per sbaglio, per farti sentire una lunga scossa trapassarti le vene.
Resistemmo ai nostri istinti... fino alla cena del giorno dopo, quando il dessert fu: pagare il conto in fretta e scappare in un luogo tranquillo dove poter approfondire il concetto di “brivido”.....