24/10/08

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I blog non servono solamente ad assemblare i nostri pensieri e le nostre storie... No. Creano anche legami. A volte intensi, altre meno. Nella vita ne esistono diversi tipi, passando da quello piu’ intimo a quello piu’ complice; da quello piu’ cinico a quello piu’ sentimentale, da quello di lunga durata a quello del “ci siamo conosciuti pochi giorni fa” e via dicendo.
Da quando sono qui ne ho stretti diversi... e nessuno unito dallo stesso filo conduttore.
C’e’ affetto, comprensione, divertimento, voglia di ridere, momenti di tristezza, complicita’, amicizia che scorre nel sangue, passione, istigazione, sorrisi e lacrime, mani tese e respiri affannosi. Con alcune persone ci si capisce senza fiatare, si e’ creato un feeling, un sentimento di reciproco affetto che non sono capace di spiegare....
Beh, detto questo, oggi e’ la volta di far accomodare sul trono un intrigante frequentatore del blog e dei miei momenti di spensieratezza. Un uomo che scrive senza tabu’; che conosce la donna come forse nemmeno essa sa fare; che esalta le sensazioni di sguardi ed attese, di desideri ed ambizioni; che sfiora la passione come un vento impetuoso: leggero, ma deciso... delicato, ma eccitante... tenue, ma esperto. Un uomo che riesce a sconfinare nelle sue fantasie, traducendole in parole sature di piacere, in storie stuzzicanti e voglie esibite senza timori, com’e’ giusto che sia. Un uomo dal cuore grande, che regala sorrisi, emozioni e saggezza.

Grazie, SerialLicker (per la qui presente Mr.Licker).
L’ometto in questione ha sognato la sottoscritta durante una “missione” al suo fianco... Quando mi ha raccontato questo sogno, gli ho proposto di metterlo su carta come solo lui sa fare. Quello che vedrete di seguito e’ il risultato.
I personaggi sono facilmente distinguibili:
SerialLicker nella parte del cronista Gino Baglio e IntrigantiPassioni in quella del commissario di polizia Mariella Montanelli.
Sono davvero felice di averlo conosciuto e lo ringrazio per questo “regalo”... E’ un vero onore ed un vero piacere essere parte di un tuo racconto...

Il resto lo sai gia’...



La retata

«Guarda che è reato».
«Guarda che finché è consensuale, e non c'è scambio di denaro, è tutto regolare. E poi sarei io qui, l'esperta di reati».
Un freddo cane. Che la nebbiolina del respiro non si capiva se era condensa o l'ennesima sigaretta. E la macchina che non si poteva accendere, perché loro erano lì in incognito.
Lui, Gino Baglio. Cronista di nera dell'Eco. Senza orari, senza regole, senza limiti. Per uno scoop avrebbe dato tutto. E lo aveva dato. Una moglie che lo aveva mandato affanculo anni fa, perché lui stava in ufficio fino a tardi, fino alle chiusure, e invece di tornare a casa batteva le strade di notte, ad oliare informatori, a farsi di grappe e caffè, e a offrirle per una dritta giusta. Gran pezzi, i suoi. Spaccati di vita vera. Ma la sua, di vita vera, era un ammasso di cocci.
Lei, Mariella Montanelli. Commissario di polizia, sezione anticrimine. Capelli lunghi, occhi che uccidono, labbra da succhiare. Una bella figa, si direbbe. Se non fosse che, a dirlo, si sarebbe rischiata una ginocchiata nei coglioni, o peggio una pistola puntata all'ombelico. Perché lei era una dura. Senza limiti, senza orari, senza tregua. Fino al risultato. Alla fine dell'indagine, al fascicolo consegnato al pubblico ministero, insieme ai banditi in manette da interrogare. In servizio, almeno. Quando smetteva la divisa, e usciva dalla Questura, nessuno sapeva nulla di lei. E lei era gelosissima dei suoi spazi. Si diceva che sapeva vivere, che se la sapeva spassare. Ma quando le chiedevano di lei, faceva alzava il muro, spallucce, e biascicava “il solito”. Cioè sola. O almeno, mai con la stessa persona. Non per più di qualche notte, almeno.
Due così potevano solo andare d'accordo. Un cronista con il nome da appuntato, e una poliziotta con il nome da giornalista. Lui chiedeva a lei, prima di costruire un pezzo. E lei si fidava di lui, se c'era da gettare un amo a mezzo stampa. E poi lui aveva scritto il ritratto di lei, sul suo giornale: “Commissario Montanelli, altro che gonnella” diceva il titolo, un po' sessista. Ma a lei era piaciuta la prosa asciutta, diretta, penetrante di quell'uomo con pochi capelli e tante occhiaie, che coglieva particolari di cui perfino lei, guardandosi allo specchio, era costretta a stupirsi.
Quella sera erano fuori dall'Euroclub. Una freccia con il nome, illuminata appena, che si vedeva dalla Statale e puntava verso un viottolo. Cento metri di ghiaia e, in fondo, una casa anonima nella più totale penombra. Uno spiazzo adattato a parcheggio, pieno di auto, e una porta socchiusa, da cui si vedeva una figura maschile.
Un guardiano, secondo Gino.
«E se fosse il giardiniere?» scherzò Mariella, che era abituata a fidarsi delle prove, prima che dei suoi occhi.
«Che cazzo ci fa un giardiniere qui a mezzanotte passata?» sibilò Gino, che aveva fame di scoop e non vedeva altro. «E poi qui è tutta ghiaia. Non c'è un cazzo da potare».
«A sentire te, qui di cazzo ce n'è più di uno...»
Secondo Gino Baglio, il cronista di nera, l'Euroclub era un bordello mascherato. Uno di quei posti che non hanno bisogno di pubblicità, perché basta il passaparola. Lui ci era già stato una volta, di giorno. Macchina accostata sulla Statale e vialetto percorso a piedi, per guardare più da vicino. E, sulla porta, vicino al cartellino in ottone Euroclub, c'era il disegno di una donna nuda, sagomata appena con quattro tratti di china. E poi un tizio si era affacciato, e non sembrava contento di vederlo. Lui si spacciò per rappresentante di elettrodomestici, che cercava un indirizzo per una dimostrazione. Il tizio disse che aveva sbagliato. E finì lì.
Mariella Montanelli aveva già sentito parlare dell'Euroclub, quando Gino Baglio al cellulare le aveva brasato un orecchio, dicendo che lì bisognava indagare, che lì c'era un traffico di donne, forse schiave, che se fosse solo un club privè che ragione avrebbe di non farsi pubblicità, non dico sull'elenco del telefono, ma almeno sui siti specializzati... Così fu praticamente costretta a scendere alla buon costume, e a chiedere se per caso ci fosse una qualche documentazione su quel luogo con quel nome. Poi cercò di rassicurarlo: secondo l'informativa della buon costume, era un privè, un posto per scambisti, al massimo per giochi sadomaso, ma fatto per i soci, e tutto succedeva lì dentro e da fuori era pulito. E lo diceva anche il ministro di turno, che l'importante era che lo sporco fosse lontano dagli occhi della gente, che le strade apparissero pulite. E c'era già così tanto lavoro sulle strade, perché andare a cercar guai in un viottolo nascosto agli occhi di tutti?
Gino Baglio non mollò. Era ossessionato da quella storia, al punto da figurarsi titolo per titolo e riga per riga, quella doppia pagina che sarebbe nata dalla sua inchiesta. Il tutto sotto la testata “esclusivo”. Quella che rinvigoriva il suo ego e faceva crepare d'invidia i colleghi e i concorrenti. E, sotto il titolo “La polizia libera le schiave del sesso” ci sarebbe stata la foto di lei, del commissario Mariella Montanelli.
Non per la foto, non per la gloria, il commissario Mariella Montanelli accettò di passare una delle sue rare sere libere a lavorare, insieme a quel giornalista fissato. Pensava che forse c'erano davvero delle ragazze schiave. E, se ci fossero state, non sarebbe stata lei a voltare lo sguardo dall'altra parte. Conosceva il male, e il dolore, e pure la morte. E odiava chi era pronto a procurare dolore e morte pur di perseguire il suo scopo. Che nella maggior parte dei casi era qualche biglietto da cento euro facile.
E poi, a guardare alla sua sinistra, al buio di una macchina rischiarata dal fuoco di un accendino con cui lei si stava accendendo la sigaretta numero mille, il cronista Gino Baglio le sembrava diverso dal solito. Forse era solo la fiammella tenue, e le luci a forma di penombra di quel piazzale di ghiaia dove ormai non arrivavano più altre auto. O forse era la luce degli occhi di quell'uomo. Uomo, che si capiva dalle rughette che sembravano cicatrici, intorno agli occhi e alle labbra. Ma bambino, quando un lampo di entusiasmo gli accendeva le pupille. Uno di quelli che, in un'altra circostanza, in un'altra vita, se solo non la avesse vista in divisa, al lavoro, integrata nel sistema che le apparteneva... beh, uno di quelli con cui avrebbe flirtato duro. Sicura del risultato finale. Che il sesso doveva essere entusiasta e selvaggio, bello come la sua mente di bambino che sapeva guardare i dettagli più minuti.
Che Gino Baglio si ammazzasse di sogni e desideri erotici sul commissario Montanelli, invece, non era una novità. Era affascinato dalle sue mani. Sottili, curate, con l'anello a cingere il medio, ricordo di chissà quale bel momento. Eppure forti, sicure. Non faticava ad immaginare quelle dita affusolate prodigarsi in coccole sulle sue zone erogene. Oppure maneggiare con perizia un vibratore rosa di dimensioni colossali, pronto a sparire tra le sue cosce minute ma toniche. Ma le aveva viste, quelle dita, solo gesticolare, stringere una penna o un foglio, oppure tastare il fianco a intervalli regolari, dove lui presumeva che ci fosse la fondina con la pistola.
«Ma ce l'hai la pistola stasera, commissario?» domandò lui, a rompere un silenzio ammantato di freddo-notte che sembrava durare secoli, uno di quelli in cui si sentono perfino i pensieri passeggiare sulle teste.
«Fatti i cazzi tuoi, Baglio» rispose lei ridendo. «Piuttosto, tu ce l'hai?».
Lui inscenò una pantomima, tastandosi le tasche della giacca, poi inarcandosi per cacciare la mano in fondo alla tasca dei pantaloni, poi perquisendosi fin sotto i calzini. Rideva, il commissario Montanelli. E Gino Baglio pensò che era bello quando qualcuno rideva. Ed era bello sentire lei ridere, sentirla sciogliersi. Poi finì la perquisizione sulla patta: «Ecco, qui c'è qualcosa...».
Lei rise più forte. «La sai la battuta dei film? Hai una pistola in tasca o sei contento di vedermi?».
Lui si voltò verso di lei e sorrise con un sorriso da bambino. La guardò negli occhi e, con una voce da Humphrey Bogart tutta profonda di sigarette, declamò: «Sono contento di vederti, commissario».
Lei smise di ridere, e la smorfia diventò un sorriso. Timido, per un secondo o due. Una timidezza che lui notò, e di cui si stupì. Poi ammiccante. «Dovrò perquisirti, così sono sicuro che non hai una pistola...».
Poi la porta dell'Euroclub si aprì. Il bagliore della casa riempì il piazzale spoglio per un attimo, e a Gino Baglio il cronista e Mariella Montanelli il commissario sembrò un riflettore puntato verso di loro. Lei d'istinto si portò una mano al fianco. Sì, era lì che teneva la pistola. Lui saltò quasi sul sedile, ficcando gli occhi verso quello spicchio di luce. Un uomo, forse lo stesso a cui aveva raccontato di essere un rappresentante. E poi un altro. E poi una figura vestita di bianco. Gino Baglio strizzò gli occhi per vederci meglio. Vestita, ma poco. Distinse una guepière e due calze bianche allacciate al reggicalze. I capelli rossi intrecciati in una coda. Gli occhi bassi. La pelle chiara, o forse era la luce.
«Vedi, cazzo? Lo vedi? Una ragazza... quella non esce di certo adesso».
«Non vuol dire un cazzo. Potrebbe aver accompagnato il terzo del triangolo».
«Ma guardala... ha la testa bassa. Non sorride. Non come una che ha appena esaudito un sogno erotico».
Il commissario Montanelli cercò nella ragazza i segni di quello che aveva notato Gino Baglio. Sì, aveva ragione. Forse. Ma lei ragionava con le categorie della legge. E una ragazza con gli occhi bassi non era abbastanza per ordinare una perquisizione.
«Porcaputtana, Mariella. Chissà cosa c'è lì dentro. E noi siamo qui fuori a farci le domande».
«Non vorrai mica entrare?».
Gino Baglio pensò di sì, d'istinto. E poi pensò a un separè dietro il quale nascondersi. E vedere le dita affusolate e forti del commissario Montanelli diventare solo le mani di Mariella. E la sua pelle, e il suo odore, e il suo corpo, e il suo sapore...
«Cazzo Gino, viene verso di noi»
Il guardiano e l'ospite avevano accostato la porta, nascondendo la ragazza alla vista. Ed ora stavano camminando nel parcheggio. Nella loro direzione. Non potevano rischiare.
«Nasconditi, cazzo, nasconditi...»
«E come?» Gino Baglio il cronista non fece in tempo a finire la domanda, che il viso del commissario Mariella Montanelli era già spalmato sul suo grembo.
Gino Baglio deglutì. Era felice di vederla, se così si può dire. I pensieri di lui e di lei dentro il club privè che forse era un bordello gli avevano rigonfiato i pantaloni. E lei non poteva non essersene accorta. Non poteva, no...
«Vengono verso di noi» bisbigliò lui, mentre la guancia di lei premeva contro la sua erezione.
Poi sentì le sue mani appoggiarsi là dove c'era la guancia. E poi armeggiare sui bottoni dei jeans neri. Gino Baglio trattenne il fiato. Lei non si fermò. Le dita affusolate si aprirono un varco nella patta, carezzandogli l'eccitazione sempre più impaziente. Gino Baglio sentì un'unghia sfiorargli la punta, libera dalla costrizione della pelle, ma ancora protetta dal cotone dei boxer. E poi il suono metallico della cintura che si slacciava, sotto i sapienti tocchi di lei.
I due tizi avevano deviato, ormai, allontanandosi verso un'auto nascosta dal buio. Gino Baglio sentì una portiera chiudersi. E poi le dita di lei spalancare i lembi dei pantaloni. E poi liberarlo, abbassando i boxer con dolcezza. Sentì il freddo della notte sulla pelle più sensibile del suo membro. E poi sentì il calore umido della lingua di lei cominciare a coccolare la punta liscia. Gino Baglio ansimò, immobile e paralizzato come la sua erezione.
L'auto accese i fari, li sfiorò per un solo istante e scomparì verso il vialetto. Del guardiano nessuna traccia. Gino respirò profondo, mentre la lingua di lei seguiva l'orlo dei boxer scendendo verso la base, accompagnata dalle labbra che succhiavano piano la vena sul dorso del suo cazzo.
«Mariella...» mormorò in un sospiro. E poi ancora: «Mariella... dai, non c'è bisogno. Se ne sono andati... ahhhh».
Invece di rispondergli, lei era risalita e, spalancando di più le labbra, aveva accolto l'erezione dentro di lei. Gino Baglio smise di preoccuparsi, travolto dalla voglia e dall'emozione. Con la mano carezzò i capelli di lei, poi ne afferrò una ciocca e cominciò a giocare ad arricciarla. Infine ne prese una manciata e, sollevandoli, vide nella penombra il viso di lei, con gli occhi chiusi e la bocca serrata intorno a lui, fare quello che aveva sognato così tanto. Lasciò cadere il sipario e provò a dedicarsi al corpo di lei, ben coperto da giacca e pantaloni. La mano scese lungo la schiena e provò ad intrufolarsi sotto il bordo dei pantaloni, scavalcando la fondina della pistola. Sì, ce l'aveva anche quella sera...
Il commissario Mariella Montanelli, per assecondarlo, smise per un istante e, continuando con una mano quello che la bocca aveva cominciato, si sollevò per baciargli le labbra. Si stupì che quella bocca che sembrava così morbida fosse ancora più dolce ed accogliente di quello che aveva sperato. Lasciò che le loro lingue giocassero per un po', prima di liberarsi dalla morsa per serrare nella sua, di morsa, il morbido, liscio, rovente labbro inferiore. Intanto le mani di lui erano sotto la giacca, e poi sotto la maglietta, a scaldare la pelle del suo busto, e poi a scavare attorno al suo petto, in cerca di un varco e di due capezzoli. Reagì inarcando il corpo all'indietro, quando li trovò, tra il brivido dei polpastrelli troppo freddi e la voglia. Poi decise di tornare a dedicarsi a lui, che ansimava e ansimava come una piccola locomotiva giocattolo ad ogni scoperta nuova.
Il capo del commissario Mariella Montanelli tornò ad essere un sipario, che calò attorno al membro di lui. Lui che, per la sorpresa, la voglia, l'eccesso di fantasia e, ultimo ma non meno pesante, la lunga astinenza dal contatto con una donna, aveva solo bisogno di esplodere. Tra un sospiro e un mugolio, si fece dieci secondi di paranoie. Era carino avvisarla prima di venire? O era quanto di peggio una domanda come “Sto per venirti in bocca, posso?”. Ma era più o meno carino di venirle in bocca e basta?
Tra i pensieri, la voglia e l'eccitazione, nessuno dei due aveva fatto caso al rumore di un'auto che si era infilata nel vialetto. Non una. Due, tre, quattro... Fu quando accesero i lampeggianti e fecero suonare la sirena per mezzo secondo, che si svegliarono di soprassalto come se la realtà fosse l'incubo peggiore e tutto quello che c'era prima fosse solo un dolce, indimenticabile, desiderabile sogno.
«Cazzo! La polizia!»
Il commissario Mariella Montanelli, con la bocca ancora saldata sul cazzo di Gino Baglio, penso che era impossibile, era lei la polizia.
«No cazzo... i carabinieri» si corresse Gino Baglio, vedendo gli uomini con la divisa scura correre tutt'intorno al piazzale, per sbirciare dentro ogni auto. Il commissario Mariella Montanelli si rialzò di scatto. Il cronista Gino Baglio si coprì d'istinto la patta con le mani.
Una torcia puntò dritta dentro l'abitacolo. Poi bussò al vetro. «Voi due! Fuori!». E, visto che non si muovevano, il carabiniere aprì di scatto la portiera. La luce interna dell'auto abbagliò Gino Baglio e Mariella Montanelli.
«Dottor Baglio, ma che... ma chi gliel'ha detto?»
Umberto Strazzabosco, appuntato nato a Feltre e trasferito in mille caserme nella speranza, un giorno, di avvicinarsi a casa, era spesso solo un piantone, che rispondeva al telefono ed accoglieva i visitatori al comando provinciale. Per fortuna uno che mi conosce, pensò Gino Baglio, immaginando che sarebbe stato un casino tirar fuori i documenti con il cazzo penzoloni.
«Che succede qui? State facendo una retata?».
L'appuntato Strazzabosco si affacciò meglio, e vide la donna accanto a Gino Baglio, cronista. Strizzò gli occhi, immaginando che il giornalista avesse lo strano vizio di andare a bordelli, ma insieme a una donna però non se l'aspettava. «Commissario Mariella Montanelli dell'anticrimine» disse lei, sventolando alla svelta un distintivo. O forse una tessera del tram. Ma comunque ostentando sicurezza.
«Facciamo una retata, commissario. Qui ci dev'essere una specie di bordello pieno di ragazze clandestine. Ma non posso dirle altro. Ora devo andare dentro. Voi non muovetevi di qui comunque. Appena abbiamo finito le mando il tenente».
«Siete i soliti. Ma non potete avvisare se state indagando su qualcosa, così vi diciamo quello che sappiamo noi?» urlò il commissario Mariella Montanelli all'appuntato che se ne andava. Poi si risistemò i vestiti e tornò a tastarsi sul fianco, in cerca della pistola.
Gino Baglio, finalmente, si ricompose anche lui. E, dopo aver sospirato di sollievo misto a delusione, cercò un modo giusto per comportarsi con colei che gli stava facendo un pompino. «C'è mancato poco, eh Mariella?».
Lei sbuffò, forse pensando ai carabinieri che fanno le stesse cose della polizia con il solo scopo di farle prima. «Secondo te cos'ha visto?»
Gino Baglio rise. «L'appuntato Strazzabosco? Tranquilla. Quello non vede nulla a meno che non riesca a chiedere i documenti». Il commissario Mariella Montanelli rise anche lei. Sì, a ben pensarci l'aveva scampata bella. Un secondo in meno di prontezza di riflessi, uno più sveglio di quel carabinierino a bussare alla macchina e la sua carriera sarebbe andata a puttane in un istante. Sbuffò, poi diede un buffetto a Gino Baglio, il cronista, che la guardò come ti guarderebbe un bambino.
«Dai, vado a cercare il tenente così poi andiamo a casa. Tu che fai? Cominci a prendere appunti?».
Gino Baglio si accorse che, per una volta, gli occhi gli scintillarono di una luce diversa. Carezzò la guancia di Mariella Montanelli, il commissario, e sorrise di un sorriso aperto e luminoso, come non aveva da tempo. Il sorriso del calore umano ricambiato. «No, domani sono di riposo come te. Ci pensano poi i colleghi. Tanto ci sarà una conferenza stampa gigante». «Sì, col generale a cavallo...». Risero e si chinarono uno verso l'altro, in modo che le loro teste, più che sfiorarsi dolcemente, cozzarono con forza. Gino Baglio si massaggiò la fronte e cercò una sigaretta. Mariella Montanelli respirò profondo e, prima di cercare la maniglia della portiera, guardò ancora una volta lui alla sua sinistra. Sì, aveva ancora voglia di quell'uomo bambino...



43 commenti:

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Due vite sole ma intense che si trovano. Bel racconto.

Lindylinda ha detto...

MA BENTORNATA.. ERO IN ANSIA...
GRAZIE PER GLI AUGURI.. HO FATTO GLI ANNI DI CRISTO E SON SOPRAVVISSUTA!! IHIH


.. ora ho un'emergenza canina da risolvere.. appena ho tre secondi corro a leggere...

me, just an Italian man ha detto...

Che cavolo... Complimenti!!

Pupottina ha detto...

wow, serialLicker in una veste così non l'avevo mai visto, sexy e imbranato.... Che uomo! Che scrittrice!

Lieve ha detto...

Hai capito la nostra intrigante ispiratrice di storie ;)...

Kniendich ha detto...

Essere la fonte di ispirazione fosse anche di una sola tra le anime che ti circondano, significa in qualche modo, essere fatta della stessa forza che ha portato per esempio Laura ad ispirare Petrarca, Silvia il Leopardi... o l'amore a creare la vita...

Ti ho sentito esattamente come una musa.. e non mi sbagliavo.. :)

Buon w.e.

Anna Maria ha detto...

Ciao, temo d' averti commentata tra i commenti del mio ultimo post o.O
comunque, mi sbalordisci ogni volta, davvero, siete così espliciti da queste parti!

notte ^^

intrigantipassioni ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
intrigantipassioni ha detto...

@daniele verzetti ... Due vite simili, sole, si'. Questo racconto e' una spaccatura della realta'.
Ciao, Daniele.

@balua …. Non stare in ansia, tesoro! Guarda che io non ti mollo mica cosi’, eh!?! E poi a te non servono gli anni di Cristo: i “miracoli” li fai gia’ da tempo. Un bacio, stella.

@jus an italian man ... A SerialLicker, si’. : -)

@pupottina ... ; -)

@lieve ... Eh, ma e’ la bravura di chi le scrive a renderle interessanti. : -)

@kniendich ... Innanzi tutto: bentornato! Sono felice tu abbia potuto trovare un po’ di tempo. So che sei molto “preso”. : -) Ti ringrazio di essere passato e ti mando un bacio. Buon fine settimana a te!

@inenarrabile ... Temi? Ma io adoro le tue risposte! Infatti ti ho a mia volta scritto e ne e’ uscito una specie di romanzo... non me ne volere : -)
Sono felice di sbalordirti: e’ il modo migliore per non annoiare nessuno. Da queste parti non usiamo molto i giri di parole ; -)
Ciao, bella...

Pellescura ha detto...

che figata...

davmo ha detto...

one love
one accappatoio party
(lì altro che passioni)

Asal ha detto...

Non t avevo colta ancora sotto l' aspetto di "musa" ora che ci penso ha un grosso potenziale.
Grazie per gli stimoli giornalieri e non che mi regali e ci regali.

Tintarella di... Luna ha detto...

Be due bravissimi blogger(che io leggo che si incontrano)...un bel post!Carino e mi sa molto di Bukonsky...

LaStefy ha detto...

Ciao INTRI !!!
Ho ricevuto una cosa che mi ha fatto immensamente piacere.
Ti ringrazio di tutto cuore e ricordati che sei spesso nei miei pensieri.
Bacio

Nadia ha detto...

Bel racconto... con quel filo di suspence fino alla fine...:-)

Per quanto riguarda la prima parte del tuo post, concordo con te nel pensare che si creano rapporti speciali e intensi.
A volte così profondi da sconvolgerti la vita...

Un abbraccio mia cara e grazie per essere presente... :-)

Anna ha detto...

Non amo i poliziotti, i carabinieri, e , men che meno i cronisti di nera. Però, visti sotto questa luce, non sono malaccio.
Ciao bella, sono contenta che sei tornata :-)
Baci baci...

LaStefy ha detto...

Buongiorno bella donna !!!
Un abbraccione pieno di forza e di sentimento.
Ciao

SerialLicker ha detto...

grazie a chi è arrivato fino in fondo, che la lunghezza è sopra la media per un post da blog...
grazie a chi ha apprezzato (Tintarella, con Charles non son degno nemmeno di bere un whisky :) )
grazie a Intrigantipassioni (per me, labbrarosse) per il modo impareggiabile con cui condivide le sue emozioni e le sue passioni, un modo che mi ha attirato da lettore, poi da curioso di lei, senza immaginare che sapesse intrufolarsi anche nei miei sogni :)

zefirina ha detto...

letto d'un fiato
alta tensione
giusta atmosfera gialla (io sono un'appassionata letrice di gialli fin da bambina) e nello stesso tempo eccitante ed erotica al punto giusto

bravo lo scrittore
brava la musa

intrigantipassioni ha detto...

@pietro
Beh... Diciamo che e’ molto interessante : -)

@davmo
Qualcosa mi sfugge? ^o^

@asal
Grazie a te, per ogni singola emozione...

@tintarella di luna
Bukowski? Spero che Gino Baglio non diventi mai come Nick Belane (vedi Pulp) ehehhe
Grazie per “bravissimo blogger” : -)

@lastefy
Amore bello! Non mi ringraziare... e’ che mi manchi. ormai non ci si sente da parecchio.
Un abbracciane a te, tesoro.

@orchy
Non so perche’, ma credo che proprio la prima parte che ho scritto sia influente sulla tua decisione di chiusura. Comunque non mi ringraziare: non ti lascero’ “in pace” cosi’ facilmente : -)
Ciao, bella.

@anna
Non ami i poliziotti e i carabinieri??? Mmmm... male, male tesoro. Si puo’ sempre cambiare idea... Un bacio, carissima. La prossima volta ti aspetto per la torta ; -)

@serialLicker
Grazie a me? L’autore di successo sei tu; quello che crea suspense sei tu; quello che sfiora le passioni sei tu... E comunque ribadisco. entrare nei tuoi sogni e’ stato un vero piacere. : -)
Sono felice ti piaccia il mio modo di condividere parte della mia vita.
Tu non smettere di scrivere... e di sognare, splendido Mr.Licker!

@zefirina
So che ami i gialli o sapevo anche avresti apprezzato questo racconto. Sono contenta che tu sia passata : -) L’erotismo di questo racconto traspare come un sole nella nebbia... Molto bello. Serial e’ un grande...
Ciao, “sorella mancata” : -)

zefirina ha detto...

intri ecco ieri non mi veniva mi ha ricordato colaprico e il suo mitico commissario binda....anche se lui è un giornalista

Domenico ha detto...

TI RENDO ELOGIO DELLE EMOZIONI CHE TRASMETTI BEL RACCONTO UN ABBARACCIO AFFETTUOSO DAL TUO AMICO BLOGGER DOMENICO..........

LaStefy ha detto...

Buongiorno principessa.

intrigantipassioni ha detto...

@zefirina ... Adesso vado a rileggermelo. Devo rinfrescarmi la memoria :-)

@domenico ... Ti ringrazio, carissimo, ma qui il merito e' di Seriallicker :-)

@lasetfy ... Ciao bellissima :-)

Lieve ha detto...

Eh già, il tuo amico ha una buona vena artistica ;)

E deve aver fatto un bel po' di gavetta...in che campo non mi azzardo a ipotizzarlo o__0
:P

Max ha detto...

orchy ha detto...

Per quanto riguarda la prima parte del tuo post, concordo con te nel pensare che si creano rapporti speciali e intensi.
A volte così profondi da sconvolgerti la vita...

Max dice: a volte cerchi giusto quella situazione per sconvolgerti la vita...a volte capita così all'improvviso che neanche te ne accorgi,allora trovi che forse nella tua nuova dimensione ti ci trovi meglio,più a tuo agio....
Quindi,perchè non lasciarsi andare e vivere ogni attimo della nostra vita?
Perchè rinnegare quello che ti suggerisce l'anima?
Max continua a dire: nella "blogsfera" basta imparare a leggere tra le righe per conoscere meglio le persone,affidarsi ai sensi e non avere paura di approffondire nuove amicizie.....io non mi pento di chi ho letto,di chi ho conosciuto,di chi sento....
Un abbraccio

LaStefy ha detto...

Ciao INTRI.
Ti abbraccio fortissimissimamente e ti stampo un bacio in fronte.

Nadia ha detto...

La chiusura di orchidea blu non ha nulla a che vedere con la prima parte del tuo post...te lo posso assicurare.
Il fatto è che la persona a cui sono dedicate tutte le mie parole d'amore non è più al mio fianco ...
un passaggio e un saluto... :-)))

LaStefy ha detto...

Buongiorno !!!.....e auguro a tutti un lungo e piacevole week end.

Damiano Aliprandi ha detto...

Ciao, scusami se vado decisamente fuori tema! Volevo ringraziarti per quello che hai fatto, posso chiederti il codice del banner? Non sono molto pratico!

Un abbraccio!

Uno può avere idee diverse su come vuole la società, ma per fortuna alcuni temi devono per forza accomunarci: il buon senso!

Bruno ha detto...

da qualche giorno sto leggendo per vari blog la storia di niki....ho prelevato il banner che hai fatto...
grazie

Kaishe ha detto...

Ciao INTRI...
ti ho letta da Niki... e sono stata veramente e piacevolmente sorpresa.
Anche questa tua sensibilità contribuisce a delineare l'immagine che ho di t. Che già era davvero una bella immagine...

Prelevo, ringraziandoti, il banner.
Se far sapere queste storie è un modo per evitare che si possano ripetere... il nostro spazio virtuale assume un senso reale, vero?

Un abbraccio e a presto!

intrigantipassioni ha detto...

@lieve ... Dici che non e’ intuibile? ;-)

@max ... Mai pentita di leggere o conoscere qualcuno, ma ho provato un forte senso di tristezza nel vedere che alcuni sono “spariti” dal web.
Grazie di essere venuto qui.

@lastefy ... Mmmmm, ma grazie, stupenda donna!

@orchy .. Mi dispiace e mi permetto un abbraccio.

@l’incarcerato ... Non scusarti affatto. Ti ho risposto sul tuo blog con le istruzioni.
La persona da ringraziare non sono io, ma chiunque voglia dar voce a Niki. Come te : -)

@bruno ... Grazie a te. Il tuo gesto conta molto.

@kaishe ... La virtualita’ puo’ essere davvero bella, affascinante, intrigante, ma a volte ci vogliono gesti concreti e reali per porre fine a determinate brutture. Io credo molto nella giustizia e ti posso garantire che molti nel campo, come me, stanno lottando perche’ vada sempre migliorando. Purtroppo non va sempre tutto liscio e accadono atti osceni come questo, che non meritano il piu’ brutto degli insulti. Ti ringrazio per aver prelevato il banner, credo che per Ornella sia una cosa molto importante e dia nuovamente voce a Niki, che e’ spirato a causa di un’omerta’ e di un iter insano ed ingiusficato.
E un abbraccio, per ringraziarti anche delle parole che hai usato verso di me. Mi hanno fatto davvero molto piacere.... : -)

Fernando pannone Pessoa ha detto...

Grazie di avermi pensato in questi miei giorni di lontananaza e di sofferenza. un forte abbraccio a presto.....

Max ha detto...

intriganti: spariti.....allontanato da un mondo che mi distoglieva da altro....a volte devi prendere una decisione,ero molto legato al mio blog ed è stata una scelta difficile ma che rifarei.
Il blog,nello specifico mi portava via "troppo tempo"....tu dirai che 5 minuti per un blog si trovano...ma quei 5 minuti,credimi,preferisco usarli per chi sta riempiendo il mio cuore di gioia....entrare,postare,commentare o altro è come portare via del tempo a LEI e a me di conseguenza...
Vedi,non sparito,ma limitato nelle entrate,come è giusto che sia...non volermene ma passo a trovarvi di tanto in tanto....
Nel commento precedente ho scritto una F in più....sorry...
Grazie per avermi ringraziato :-P

Kniendich ha detto...

Un saluto... un abbraccio...
.. magari due.. :)

LaStefy ha detto...

Buongiornolo !!!!
Buon inizio settimana !!!

LaStefy ha detto...

La canzone in sottofondo.... è molto....
molto....

non so come dire.....

mmmmmmmmmmmhhh.

Capito ???

VIRI ha detto...

Buono. Stringato ma esauriente, il fatto di essere senza fronzoli non ha privato il racconto della giusta dose di metafisica. Così chi legge può metterci dentro anche la sua di storia e le sue sensazioni.
Era da un po' che non sentivo parlare di sesso e di vita in modo reale ma non volgare.

intrigantipassioni ha detto...

@tony ... Successo qualcosa, tesoro?

@max .. Se tu sei felice, io lo sono per te... :-)

@kniendich ... A te anche tre. Grazie di esserci.

@lastefy ... La canzone in sottofondo e' maledettamente intrigante e sensuale. Eccitante e interessante :-)
Ciao, bella.

@salina .. Allora mi sa che sei nel posto giusto e dovresti leggere un po' di post. Ma quelli sono reali :-)
Grazie del passaggio e delle belle parole, che rigiro a SerialLicker, vero protagonista.

LaStefy ha detto...

Ciao INTRI..... qui freddino e pioggia.
Che palle !!!!!
Tu come stai ??

SerialLicker ha detto...

(nel frattempo ho ripescato Pulp dalla libreria. Oggi viaggio in treno con Nick Belane. Grazie del promemoria, labbrarosse...)

Uno di quelli che non ti aspetti ha detto...

la solitudine di due anime è il prezzo che si deve pagare.
Hai descritto un momento magico,di quelli che rimangono nella memoria per tutta la vita.
Peccato che al di fuori di quell'attimo si debba camminare in silenzio, col capo basso, in mezzo ad estranea indifferenza.



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